L'ANTICA CHIESA
L'ATTUALE CHIESA
L'ANTICA CHIESA
L'antica chiesa di San Fidenzio, monumento
nazionale, merita d'essere ricordata per la sua valenza architettonica
e per la sua storia millenaria
STORIA DELLA CHIESA
Le chiese titolate a San Fidenzio in provincia di
Padova sono a Polverara, Roncaiette, Sarmeola e Baone. La nostra
chiesa ha l'onore di accogliere i resti mortali di San Fidenzio, terzo
Vescovo di Padova nel 166. Il culto del nostro Santo Patrono è
documentato ancora prima della scoperta della sua tomba, avvenuta nel
964 a Polverara.
Il ritrovamento del suo corpo e la traslazione nel
nostro paese sono narrati in una leggenda che ha in parte radici
storiche. La Curia padovana, nella persona del vescovo Gauslino
Transalgardo che la resse dal 964 al 978, voleva riaffermare sotto il
proprio controllo il territorio della bassa padovana, allora conteso
dal potere ecclesiastico veronese. Da Polverara il corpo di San
Fidenzio fu trasferito nella chiesetta di San Tommaso di Megliadino.
Per l'occasione (970 circa) la chiesa fu riedificata e d eretta ad
arcipretale, con sei canonici. Il vescovo Gauslino concesse alla
chiesa un mercato annuo, una tipica fiera che si teneva presso
luoghi fortificati e popolati; infatti si hanno notizie storiche
attorno alla nostra chiesa si fecero opere di difesa (vallo, fossato e
torri lignee) per far fronte agli attacchi dei nemici.
Non conosciamo ovviamente l'aspetto dell'antica
chiesa, anche se possiamo immaginare che sia nata dall'ampliamento
della piccola cappella dedicata a San Tommaso, trasformata per
l'occasione in cripta per ospitare il corpo di San Fidenzio. Da questa
chiesa proviene il bellissimo parapetto di pulpito (pluteo d'ambone)
del secolo VII, ora conservato al Museo Nazionale Atestino di Este. La
chiesa come la vediamo da una fotografia del 1888, assume la sua
caratteristica impronta romanica dalla ristrutturazione avvenuta tra
il 1235 e il 1245, con il contributo di Beatrice marchesa d'Este
regina d'Ungheria, nipote della beata omonima.
Fondamentale fu anche la ristrutturazione effettuata
nel XVII secolo, come risulta da una lapide murata in un pilastro
dell'attuale chiesa, dove si legge che "nel 1685 il tempio è
ornato e nobilitato con le elemosine dei fedeli". La chiesa tra
il 1888 ed il 1906 venne completamente abbattuta per essere sostituita
dall'attuale, che fu ampliata e progettata conservando le linee
architettoniche del vecchio monumento; infatti la nuova chiesa ora
ingloba totalmente la pianta dell'antico tempio.
IL ROVERE SANTO

La leggenda narra che nel 964 un angelo in figura di
contadino, guida un carro con il corpo di San Fidenzio, passa vicino
alla chiesa di San Tommaso e in quel momento i buoi si rifiutano di
proseguire. L'angelo scompare dopo aver piantato un bastone di rovere
secco, che immediatamente fiorisce per diventare un tenace albero che
durerà quasi mille anni. Il Rovere, a causa di un fulmine, fu
abbattuto nel 1680 e dopo pochi anni fu eretta una colonna di pietra,
ancora oggi presente a pochi passi dalla chiesa. In seguito dalle radici
ancora vive e vegete, spuntò un germoglio che diede vita ad un
meraviglioso rovere. Nel 1729 fu atterrato da un uragano e ricrebbe
nuovamente dalle sue radici. Questa pianta, ai primi del '900, era
così maestosa da ospitare il laboratorio di un calzolaio, ma nel 1919
venne definitivamente abbattuta da un furioso uragano.
DESCRIZIONE DELLA CHIESA: ESTERNO
Di questo antico tempio, centro della vita religiosa
della comunità Montagnanese, non ci rimangono che due foto del 1888 e
le descrizioni delle visite vescovili. Per chi veniva da Montagnana si
presentava un vasto prato, con al centro una chiesa basilicale e il
campanile posto di fronte alla sua facciata

L'architettura del tempio, prettamente romanica con
vari rifacimenti posteriori, era a tre navate con una sola abside che
s'innalzava fino al tetto. Sullo spiovente sinistro più alto, si
trovava un piccolo campanile che ospitava la campana, azionata dalla
sacrestia in occasione delle funzioni ordinarie.
Nella
facciata settentrionale spiccava una
cappellina semicircolare, con base rastremata, decorata da due lesene
e da archetti romanici. Alla sua sinistra c'era una parete scandita da
lesene che terminavano con un cornicione decorato. Uno di questi
pilastrelli era interrotto per la costruzione di una finestra a
lunetta, che dava luce ad un locale seminterrato attiguo alla cripta.
Tra le lesene troviamo una grande finestra ad arco. Sulla destra
della cappellina ci sono due archeggiature nascoste parzialmente da
una piccola costruzione sporgente, difficilmente interpretabile. Dopo
gli archi, troviamo una grande finestra che interrompe una parete
piatta. Questo muro settentrionale al tempo del vescovo Barozzi (1489)
non aveva la cappella ad abside. Infatti da sinistra a destra era
così strutturato: tre partiture di lesene sormontate da un cornicione
orizzontale, cinque lesene legate da archeggiature (all'interno di
uno di questi spazi c'era la porta con sopra una finestra circolare)
ed, infine, il muro piatto sormontato da un cornicione decorato.
Questa doveva essere la parte più antica della chiesa.
La
facciata a salienti della chiesa è così
composta: sulla parete sinistra c'è una piccola abside semicilindrica
con tetto a forma di semicatino, fatto in muratura intonacata; questa
struttura conteneva al suo interno l'antico fonte battesimale. Più
sopra si trova una finestra a lunetta decorata con vetri policromi.
Sulla destra si conservano i resti di una arcata cieca, alta quanto
quelle che si trovano nel muro settentrionale, segno evidente dei
lavori di rifacimento succedutesi nel tempo. Accanto all'absidiola c'è
una torre cilindrica che sporge quasi completamente dalla parete,
tendente a rastremarsi verso l'alto. Questo raro elemento
architettonico conteneva al suo interno una scala a chiocciola, la
quale conduceva al podio, posto sopra la porta principale. Dal podio,
che ospitava l'organo, passando da una porta e salendo tre gradini, si
entrava nella loggetta e da questa nel campanile. Particolarmente
bella la grandiosa torre campanaria del XII secolo, posta di fronte
alla facciata e collegata ad essa da un'elegante loggetta sorretta al
centro da due colonne di pietra. La base quadrata, con il lato di 7 m,
era prima della porta d'entrata; questo dato ci spinge a considerare
che il campanile possa essere stato anticamente una torre difensiva.
Ogni lato del campanile è contraddistinto da lunghe nervature e da
ampie bifore abbellite da una doppia cornice con eleganti arcatelle;
dalle finestre s'intravede il castello di legno con le campane.
L'inserimento dell'orologio nella parete occidentale avvenuto in
epoca posteriore. Sopra la torre c'è una base cilindrica da cui si
sviluppa un meraviglioso tetto conico, eseguito con mattoni,
terminante con una cuspide modanata.
Osservando la
facciata meridionale, possiamo
apprezzare l'armonia architettonica della loggetta che unisce due
corpi di fabbrica così diversi. Nella parete alta ci sono cinque
finestre tonde che danno luce alla navata centrale. Sulla parete
longitudinale della navata laterale c'è una cappellina con le stesse
caratteristiche descritte precedentemente, escule le finestrelle di
diversa fattura. A destra della cappellina, ci sono due grandi finestre
ad arco e , in basso, una finestra a lunetta che serve a dar luce al
locale attiguo alla cripta. A sua sinistra c'è la porta di ingresso
laterale, che anticamente collegava la chiesa al cimitero. A
protezione dell'entrata c'era un elegante protiro quadrangolare,
sorretto da due colonne e sopra la porta è infissa un'antica pietra
scolpita raffigurante il volto di San Fidenzio, ora conservata nel
piccolo museo allestito nel locale attiguo alla cripta. Infine, verso
la facciata a salienti, il muro è interrotto da una terza finestra
monofora. La foto ritrae, oltre alla chiesa, anche bambini e adulti al
lavoro per la costruzione del nuovo campanile
DESCRIZIONE DELLA CHIESA: INTERNO
La descrizione ipotetica dell'interno del tempio,
così come lo vediamo nel 1888, è possibile solo grazie a tre fonti
documentali: la relazione del vescovo Barozzi (il quale visitò la
chiesa di San Fidenzio il giorno 31 ottobre 1489), le relazioni delle
visite vescovili successive e le notizie dell'archivio relative alla
demolizione della chiesa.
La chiesa divisa in tre navate, aveva il soffitto a
cassettoni, sorretto da un tetto a capriate. Il pavimento era in
parte laterizio, in parte lapideo e in parte "alla
veneziana" (nella costruzione della nuova chiesa il vecchio
pavimento non fu rimosso, ma coperto col nuovo più alto di 30 cm). La
navata centrale, lunga 18.76 m e larga 7 m, ha le pareti sostenute da
cinque archi di 3.47 m di diametro, sorretti da pilastri e colonne. A
sinistra dell'ingresso principale c'era la porta d'accesso alla scala
a chiocciola, la quale conduceva al sovrastante podio, sostenuto da
due colonne. Da questo podio attraverso la loggetta esterna si entrava
nel campanile. Le
navate laterali sono larghe 5.20 m e apparivano più corte
rispetto alla navata centrale, in quanto la parte terminale era
occupata dai locali della
sacrestia.
La navata laterale sinistra era così composta: alla sinistra del
portale d'ingresso c'era una piccola abside che conteneva il fonte
battesimale che il Barozzi non cita; aderenti alla parete
settentrionale erano presenti due altari ( uno dedicato a S.
Fidenzio, l'altro a S. Antonio, del 1645). Un terzo altare era
addossato al muro orientale ed era dedicate alla Madonna del rosario
(1684 ). Il vescovo Barozzi descrive poi, nella navata sinistra una
porta per l'accesso alla corte dell'arciprete
e una finestra circolare del diametro di 69 cm. Questa porta fu
successivamente murata e al posto dell'unica finestra se ne aprirono
due che davano luce alla navata di sinistra. La navata laterale
destra contiene tre altari. Il
primo, dedicato alla Madonna della cintura (1686), e ospitato
all'interno dell'abside semicircolare del diametro di 2.77 m,
speculare rispetto all'altra navata. Il secondo (dedicato a S.
Stefano, secentesco) si trovava vicino alla porta che comunicava con
il cimitero. II terzo, dedicato al Sacro Cuore, del 1631, è addossato
alla parete di fondo.
Avanzando
dalla porta centrale verso oriente si
possono distinguere tre livelli
strutturali della chiesa: il presbiterio con il coro, la navata
e la
cripta.
Il presbiterio era più in
alto rispetto al pavimento della navata, per permettere ai fedeli di
partecipare meglio alle funzioni religiose. Si saliva per due
scalinate laterali di dieci gradini, contornate da un parapetto di
colonnine di pietra. Nel 1489 la scala per salire al presbiterio era
centrale. Riportiamo la
descrizione del Barozzi: "Il coro, che sopra
è stato
descritto, si raggiunge
salendo dieci gradini.. Entrando in
chiesa per la porta occidentale e dirigendosi diritto verso
oriente si incontrano a destra e a sinistra due scale marmoree di sei
gradini per le quali si scende nella cripta". La successiva
disposizione delle scale è stata effettuata nella ristrutturazione
del 1685 in seguito alla visita del vescovo Giorgio Corner, per
evidenziare la cripta nascosta alla vista dei fedeli a causa della
scalinata centrale che portava al coro. Egli suggerì quindi di
invertire le scalinate e così fu fatto. Addossato all'abside si
presentava splendido l'altare maggiore del 1751, con le statue
marmoree di S. Fidenzio e di S. Tommaso, attribuite ad Antonio Bonazza.
Per
entrare nella cripta, larga 5.21 m e lunga 10.42 m, si scendeva
da una scala marmorea; il soffitto era completamente dipinto, mentre
lungo le pareti, tra le archeggiature sostenute da lesene, erano
inserite otto lunette di lamina metallica dipinta, con scene tratte
dalla leggenda miracolosa del Santo. Nel mezzo della navata, presso
l'abside illuminata da tre finestre, c'era l'arca marmorea di S.
Fidenzio appoggiata all'altare del 1689. Il Barozzi così descrive la
cripta: "Questo luogo a
metà sotterraneo, posto sotto il coro, contiene un altare consacrato
formato da un'arca lapidea bella ed elegante, volta ad oriente e
contenente il corpo di San Fidenzio vescovo di Padova... L'arca nella
parte posteriore è sostenuta da due colonne di 86.7 cm... Tutto
questo spazio è diviso in tre navatelle uguali, da una doppia fila di
cinque colonne alte 2.08 m, senza base, ma compresi i capitelli.
" II luogo così descritto nel 1489 è stato ristrutturato in
occasione dei lavori del 1685.
In
base alle relazioni delle visite vescovili la chiesa doveva contenere
affreschi molto belli e antichi, anche se la loro descrizione rimane
molto
generica. A questo proposito è utile ricordare che Jacopo q.
Obizzone da Megliadino San Fidenzio, in un documento
del 1370 è registrato fra i
discepoli di Giotto (1266 -1337). Si può dunque ipotizzare che
la nostra antica chiesa sia stata abbellita anche da pitture di scuola
giottesca.
Dai
dati d'archivio risulta che la chiesa era diventata insufficiente a
contenere i fedeli del nostro paese, che nel 1888 contava 3456
abitanti.
Fu pertanto deciso di presentare un progetto di ampliamento alla
"Commissione provinciale conservatrice dei Monumenti e Belle
arti" di
Padova che nella seduta del 20 settembre 1888 vietava la demolizione
dell'abside, della cripta e delle cappellette laterali, permettendo
solo
l'ampliamento della parte anteriore della chiesa. Successivamente, in
corso d'opera, la locale: fabbriceria chiese ed ottenne
l'autorizzazione alla demolizione completa dell'antico monumento anche
a causa delle pessime condizioni statiche del vecchio corpo di
fabbrica.
Così
si concluse la storia di una delle più singolari chiese del nostro
territorio.
Stefano
Buson
Bibliografia:
G.
Giacomelli: Le antiche chiese della Scodosia di Montagnana,
Montagnana 1984.
G. Avanzi,
A. Bordin: Megliadino San Fidenzio, Conselve 1980..
R.
Canova Dal Zio: Le chiese delle Tre Venezie anteriori al mille, Padova
1986
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